Roma, 31 Ottobre 2023
Appello al Governo e al Parlamento: restituire subito i fondi alle disabilità
Emendare il decreto anticipi a favore delle persone e delle loro famiglie.
“Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà verso quanto emerge in questi giorni dal Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie”.
È quanto si legge in un comunicato stampa congiunto, sottoscritto dalle associazioni Comitato 16
novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) , CoorDown (Coordinamento
nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni
Volontari in Oncologia), Fida (Forum Italiano Diritti Autismo) FightTheStroke Foundation (Persone
con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare).
“Al fine di una diffusa consapevolezza – si sottolinea nella nota – premettiamo i fatti.
- il cosiddetto decreto legge “anticipi” al fine di garantire copertura alle misure in esso
previste ricorre al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità azzerandone
l’assegnazione per il 2023 (350 milioni); - la motivazione addotta è che quel Fondo sarebbe destinato all’attuazione della legge
delega sulla disabilità (legge 227/2021) di cui mancano ancora i decreti attuativi, motivo che
non spiega perché non possa essere comunque usato per fronteggiare le numerose
emergenze delle persone con disabilità e dei loro familiari; - il Governo nel frattempo licenzia il testo del disegno di legge di bilancio; vi prevede
l’istituzione di un Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità con una
dotazione di 232 milioni, che non comprende il Fondo di cui sopra; - Per costituire il Fondo unico il Governo ne sopprime quattro: Fondo per l’inclusione delle
persone con disabilità (erano 100 milioni nel 2023); Fondo per l’assistenza all’autonomia e
alla comunicazione degli alunni con disabilità (erano 200 milioni nel 2023); il Fondo per il
sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (erano 30 milioni nel 2023);
il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (erano 6 milioni nel 2023).
Totale 336 milioni, nel 2023. - Al Fondo unico nel 2024 il Governo destina una cifra inferiore di 104 milioni rispetto al
2023 quando sussistevano ed erano finanziati tutti e quattro i fondi che si intende
sopprimere. - Per il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e per il Fondo per il sostegno del
ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare non sono ancora previsti rifinanziamenti
a valere sul 2024. Per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia non è
prevista copertura per il 2025. - Dunque nel 2024 ci saranno il Fondo “per la legge delega” (già previsto da anni; 350 milioni)
e il Fondo unico con una dotazione di soli 232 milioni.
“Questi i fatti verificabili. Accantonando per ora istanze molto più di dettaglio e di sistema circa le
politiche e i servizi per le persone con disabilità, vista l’emergenza che preclude e condiziona ogni
futura riflessione – proseguono le associazioni nel comunicato – chiediamo nel modo più chiaro e
netto al Governo e al Parlamento di:
- restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che
sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega.
Il decreto “anticipi” all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni “non
usati” nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità. - usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico – il
Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali
non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e
con ipoacusia che non ha copertura nel 2025. Nella discussione del decreto “anticipi” c’è lo
spazio per farlo se ci sono le volontà.
“Solo così il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave
dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito
questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”,
concludono Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo.