23 Ottobre 2024 – Fondi FSE+ Regione Sicilia
ANCORA… CORSI DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI CON FONDI FSE DESTINATI ALLE PERSONE CON DISABILITÀ.
E I CAREGIVER FAMILIARI?
L’Unione Europea, attraverso la politica di sviluppo regionale mira a raggiungere la coesione economica, sociale e territoriale riducendo le disparità fra le diverse regioni degli Stati membri. Per il raggiungimento di tali obiettivi, l’Unione europea – sulla base di accordi stipulati con i singoli Stati membri (Accordi di Partenariato) e secondo regole condivise – assegna, in un arco temporale di sette anni (Ciclo di programmazione), specifiche risorse finanziarie a cui si aggiungono quelle nazionali messe a disposizione dai medesimi Stati Membri.
In particolare, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), rappresenta il principale strumento dell’Unione Europea (UE) per investire nelle persone, destinato a sostenere l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, sostenere l’occupazione e creare una società equa e socialmente inclusiva. (https://temi.camera.it/leg19DIL/temi/i-fondi-europei-per-la-politica-di-coesione-2021-2027.html).
La Regione Sicilia potrà contare su una dotazione di oltre 1,5 miliardi per la Programmazione 2021-2027. La strategia del Programma Regionale FSE+ 2021-2027 si articola sulle seguenti priorità:
- Occupazione
- Istruzione e formazione
- Inclusione sociale
- Giovani
- Azioni sociali innovative
- Assistenza Tecnica
al fine di raggiungere:
- un contesto sociale sempre più equo ed inclusivo;
- un incremento dell’occupazione tramite strumenti che facilitino l’accesso nel mondo del lavoro (in particolar modo per i giovani e le donne);
- una maggiore qualificazione e specializzazione delle figure professionali;
- politiche sociali innovative;
- una partecipazione attiva alla vita economica, sociale e collettiva.
Nello specifico, con D.D.G. n. 2783 del 16/10/2024 del Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali, è stato approvato “l’Avviso n. 20/24 PR FSE+ Sicilia 2021-2027 – Avviso per la realizzazione di percorsi per la formazione di assistenti familiari” a valere sui fondi dell’FSE + 2021/2027 Priorità 3:
- Inclusione sociale e lotta alla povertà.
Regione Sicilia intende garantire, in teoria, una maggiore integrazione socio-economica dei soggetti più deboli e svantaggiati accendendo i riflettori sul tema dell’inclusione e della lotta alla povertà. Si tratterebbe di azioni volte a ridurre la povertà, migliorare la qualità di vita delle persone, garantire pari opportunità, contrastare la discriminazione e affrontare le disuguaglianze. Gli interventi si rivolgono principalmente ai minori a rischio di esclusione (grazie a progetti culturali e sportivi), agli anziani e non autosufficienti, ai cittadini di Paesi terzi, migranti e comunità emarginate oltre che alle persone con disabilità e alle loro famiglie.
Per la Priorità Inclusione sociale e lotta alla povertà, la Regione Sicilia dispone di risorse pari a 356.466.927,00 euro, al fine di attivare interventi di inclusione attiva e sostegno sociale.
Con l’“Avviso pubblico n.20/24 PR FSE+ Sicilia 2021-2027 – Avviso per la realizzazione di percorsi per la formazione di assistenti familiari” intende contribuire alla politica di rafforzamento dell’offerta formativa su tutto il territorio regionale relativa ai servizi di sostegno alle persone non autosufficienti.
In sintesi, la figura di sostegno che si intende formare è quella dell’assistente familiare che, una volta formata, si occuperà della cura e del benessere in generale di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti. Sono destinatari delle attività formative dell’Avviso le persone non occupate, pertanto disoccupati, inoccupati e inattivi.
In conformità a quanto disposto dalla L.R.21/03/2024 n.5, l’Avviso intenderebbe valorizzare la figura del “caregiver familiare” così come definita dal comma 255 dell’art. 1 della Legge 27 Dicembre 2017 n. 205 e successive modificazioni, al fine di favorirne il riconoscimento e l’integrazione nell’ambito del sistema regionale dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.
L’Avviso prevederebbe, in vista di questa finalità, per i caregiver familiari il riconoscimento di crediti formativi per l’accesso ai percorsi di assistente familiare (secondo le modalità contenute nel decreto assessoriale n. 705 del 24/06/2024 e nella pertinente scheda corso del Repertorio delle qualificazioni).
NON SI COMPRENDE COME SI SORVOLI SULLA DEFINIZIONE STESSA DI “CAREGIVER FAMILIARE” E DI “ASSISTENTE FAMILIARE”, assimilando l’una all’altra fino a fonderle e sminuendo totalmente, in tal modo, il valore della figura del caregiver familiare stesso, a cui il provvedimento è rivolto.
Ricordiamo, per definizione, di chi stiamo parlando.
Caregiver familiare convivente: è il familiare che convive con la persona con disabilità grave/gravissima, della quale si prende cura in maniera globale, fornendo assistenza continua. Si tratta di un’attività estremamente usurante che non ha in alcun modo le caratteristiche del volontariato e della gratuità, dal momento che solo le circostanze della vita hanno portato il caregiver familiare a tale scelta che certamente è una scelta d’amore ma che è allo stesso tempo anche una scelta obbligata, determinata da una forte assunzione di responsabilità nei confronti del proprio caro bisognoso.
Assistente familiare: è un professionista che, dietro regolare contratto di lavoro e quindi con un compenso di retribuzione che prevede insieme allo stipendio anche tutti i diritti previsti per legge, offre supporto e cura a persone non autosufficienti, sia a domicilio che in strutture residenziali. Questa figura, esterna al nucleo familiare, lavora spesso sotto la supervisione diretta o indiretta di un familiare dell’assistito.
CONFAD APS RIBADISCE LA SUA POSIZIONE IN MERITO:
IL CAREGIVER FAMILIARE NON È (NÈ PUÒ ESSERE) UN ASSISTENTE FAMILIARE!
ASSIMILARE LA FIGURA DEL CAREGIVER FAMILIARE A QUELLA DI UN ASSISTENTE FAMILIARE NON SIGNIFICA RICONOSCERE L’IMPORTANZA E LA VALENZA DEL LAVORO DI CURA E ASSISTENZA DEL CAREGIVER FAMILIARE, MA ANZI SIGNIFICA, ANCORA UNA VOLTA, IGNORARE IL PROBLEMA DEL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DI QUESTI CITTADINI ITALIANI, CHE CONTINUANO A SUBIRE GRAVI DISCRIMINAZIONI.
Tutto questo è inaccettabile in uno Stato di diritto come lo Stato italiano.
Ancora oggi non si è provveduto al completamento legislativo sul tema e i diritti e le tutele di queste persone non sono pertanto garantiti.
Ribadiamo che i caregiver familiari costituiscono spesso le colonne portanti del cosiddetto “welfare informale” della nostra società e senza un sostegno adeguato sono esposti a condizioni di grande vulnerabilità.
I caregiver familiari sono, infatti, persone:
- a rischio impoverimento economico, dal momento che spesso non possono conciliare il lavoro con l’assistenza al proprio caro;
- a rischio per la salute, sia fisica sia psicologica, dovuto all’estenuante carico di vissuto che gestiscono (fino alla “Sindrome da burn-out”);
- a rischio isolamento sociale.
In mancanza degli interventi legislativi nazionali, finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività prestata dal caregiver familiare, il Fondo originariamente destinato alla copertura finanziaria di tali interventi è stato dunque oggetto di ripartizione regionale, con esiti sull’utilizzo delle risorse in alcuni casi decisamente inappropriati, come ad esempio proprio i corsi di formazione.
CONFAD Aps – Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità
CHIEDE
l’attivazione di politiche a favore della persona del caregiver familiare e NON la realizzazione di corsi di formazione (che potrebbero tenere i caregiver familiari per la grande competenza acquisita a volte nell’arco di decenni), che prevedano l’acquisizione di crediti formativi spendibili per “diventare assistenti familiari”.
Conformemente a quanto affermato dalla Costituzione Italiana e a quanto ribadito a più riprese dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità circa il riconoscimento e la difesa dei diritti umani, riteniamo di dover porre l’accento sui seguenti punti che devono caratterizzare un urgente intervento legislativo.
- TUTELE PREVIDENZIALI: è necessario prevedere la copertura dei contributi figurativi riferiti al periodo di accudimento svolto. Deve essere riconosciuto il diritto ad accedere al prepensionamento, anticipato e senza penalizzazioni, sommando ai contributi da lavoro quelli figurativi versati dallo Stato per l’attività di caregiving familiare, sia che abbia svolto in precedenza o che stia svolgendo un’attività lavorativa, sia che non abbia mai potuto svolgere un’attività lavorativa.
- SOSTEGNO ECONOMICO: per i caregiver familiari più esposti al rischio di impoverimento (ad esempio in condizione di monogenitorialità, in caso di carico particolarmente usurante per il caregiver familiare o di impossibilità di conciliare l’attività lavorativa con l’attività di accudimento) deve essere riconosciuta un’indennità economica equiparabile alla retribuzione della figura professionale OSS.
- TUTELE SANITARIE: percorsi preferenziali per l’accesso alle strutture sanitarie, semplificazione burocratica delle pratiche al fine di ridurre i tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie, domiciliarizzazione delle visite specialistiche per il caregiver familiare laddove possibile.
- DIRITTO AL SOLLIEVO, AL RIPOSO A CURARSI E ALLE FERIE: interventi di sollievo per garantire al caregiver familiare il diritto al sollievo, al riposo e a curarsi (malattia, visite mediche), da attivarsi previo consenso dell’idoneità del servizio da parte della persona con disabilità o del suo ADS o tutore, e la copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia e di riposo o nei quali il caregiver familiare è impossibilitato ad assistere il proprio familiare.
- POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO: inclusione lavorativa o rioccupazione dei caregiver familiari con politiche che favoriscano e incentivino il telelavoro e il lavoro agile, al fine di favorire la conciliazione dell’attività di assistenza con l’attività lavorativa; percorsi di reinserimento nel mondo lavorativo del caregiver familiare secondo le proprie competenze professionali pregresse o valorizzando le competenze acquisite nello svolgimento dell’attività.
In conclusione, ricordiamo che il 3 ottobre 2022 il Comitato ONU sui Diritti delle persone con disabilità ha censurato lo Stato Italiano per discriminazione di un caregiver familiare e del parente con disabilità accudito, accogliendo il ricorso presentato nel 2018 dall’allora presidente di Confad, Maria Simona Bellini.
Si tratta di un caso emblematico, particolarmente rappresentativo della situazione che vivono le centinaia di migliaia di persone che subiscono la medesima discriminazione, ancora oggi, in Italia.
Le famiglie costituiscono sempre più la vera realtà di riferimento nell’assistenza e nella cura domiciliare delle persone con disabilità non autosufficienti. Centinaia di migliaia di caregiver familiari aspettano una risposta seria e non più differibile.
Il senso di sfiducia nelle istituzioni da parte delle famiglie con disabilità ha raggiunto livelli di vera e propria esasperazione.
Risulta, dunque, sempre più urgente un intervento legislativo, ANCHE DI INDIRIZZO REGIONALE, mirato alla tutela della persona dei caregiver familiari e dei loro diritti negati, NON alla realizzazione di inutili corsi di formazione, che risultano pertanto uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere investite diversamente.
Vincenza Ferrante
Membro del Consiglio Direttivo e Referente Confad Aps – Sicilia